Feminismos hoy. Contribuciones filosóficas contra las violencias, la discriminación y las exclusiones. “Una cronica metafilosófica” (in uscita 2025)
16 Gennaio 2025
Di Giovanna MiolliIn «Ideas. Revista de filosofía moderna y contemporánea», Ragif Ediciones, 2025.
Siamo persone che trascorrono gran parte della loro vita nell’ambiente accademico, dividendoci tra lezioni, riunioni, molta burocrazia, ricerca ed eventi scientifici. Partecipiamo ai congressi (anche) perché questa attività è parte dei nostri compiti. Sono pochi, tuttavia, gli incontri che hanno il potenziale di cambiare il modo in cui, dal giorno dopo o dal giorno stesso, faremo il nostro lavoro. Il congresso Feminismos hoy. Contribuciones filosóficas contra las violencias, la discriminación y las exclusiones, che si è svolto presso la Facultad de Filosofía y Letras dell’Universidad de Buenos Aires dal 31 luglio al 4 agosto 2023, è stato una di queste occasioni di cambiamento.
Perché e come è stato possibile? Da dove arriva il desiderio di trasformazione? Esso sorge da una volontà di miglioramento delle condizioni sociali in cui viviamo. In altre parole, sorge, perché, come scriveva bell hooks, «[we want] to make the hurt go away» (Theory as Liberatory Practice, 1991) (vogliamo far andare via il dolore). Questo dolore è nominato nel titolo del congresso: la violenza, la discriminazione, l’esclusione. Sono fenomeni che attraversano anche lo spazio filosofico, ben lontano dall’essere un mondo di “pure” (belle) idee. Riconoscendo questo aspetto, ci chiediamo: come si può generare una trasformazione nel nostro modo di pensare e agire la filosofia? Come possiamo far andare via il dolore? Sulla base di queste domande proporremo una “cronaca metafilosofica” del congresso Feminismos hoy. Intendiamo con questa espressione una narrazione critica di come l’evento sia stato anche l’occasione per un cambiamento consapevole non solo delle nostre teorie, ma anche delle pratiche filosofiche.
In questa cronaca ragionata, è inevitabile la selezione di alcuni aspetti a fronte della ricchezza contenutistica del congresso. Nel corso di cinque giorni, racchiusi tra un atto di inaugurazione e uno di chiusura, si sono intrecciati otto panel plenari, ventun simposi tematici suddivisi in più sessioni, dieci tavole rotonde, sei “conversazioni” (conversatorios) e sei laboratori. Si è trattato di un evento esteso, articolato, plurale. Gioioso.
Un punto oggi imprescindibile dell’agenda delle filosofie femministe è la messa in questione del canone filosofico: tradizionalmente maschile, occidentale, bianco, europeo, “ecc.”. La lista a volte è recitata meccanicamente, con il sottointeso che le parole hanno quasi perso di significato. Eppure il lungo elenco di aggettivi di fronte a cui molti storcono il naso dovrebbe disturbare non per la sua ripetitività ma per il peso che ha avuto e per le operazioni filosofiche che ha legittimato. In linea con questo processo di decostruzione e ricostruzione, una sezione del congresso è stata dedicata a “Repensar el canon filosófico y la práctica de la filosofía” (Ripensare il canone filosofico e la pratica della filosofia). La nostra “cronaca metafilosofica” si concentrerà proprio su questo.
